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10 - La Z aspra o sorda


La "Z" aspra o sorda italiana è quella usata per pronunciare il vocabolo calza e deriva spesso dalla "-ti-" seguita da vocale del latino classico.
La si può riconoscere anche perché durante la sua pronuncia non viene emessa voce e non vibrano le corde vocali, per questo viene definita "sorda".

Esempi:
pretium --> prezzo
tertium --> terzo
facetia --> facezia

La lettera "Z" ha suono aspro o sordo nei seguenti casi:

  1. Quando è preceduta dalla lettera "L"
    Esempi: alzare, sfilza, calza, milza, innalzare, scalzare, colza, balzano, filza, calzolaio
    Eccezioni ("z" dolce o sonora):
    • nei vocaboli elzeviro e belzebù.

  2. Quando è lettera iniziale di un vocabolo e la seconda sillaba inizia con una delle consonanti cosiddette mute "c", "f", "p", "q", "t"
    Esempi: zampa, zoccolo, zoppo, zappa, zattera, zufolo, zinco, zucchero, zitto, zolfo, zecca
    Eccezioni ("z" dolce o sonora):
    • nei vocaboli zaffiro, zefiro, zotico, zeta, zafferano, Zacinto.

  3. Quando è seguita dalla vocale "i" seguita a sua volta da un'altra vocale
    Esempi: zio, agenzia, polizia, grazia, ospizio, silenzio, vizio
    Eccezioni ("z" dolce o sonora):
    • nel vocabolo azienda
    • in tutti quei vocaboli derivati da altri vocaboli che seguono la regola della zeta dolce o sonora (Es.: romanziere che deriva da romanzo, ecc.).

  4. Nei vocaboli con terminazioni in "-ezza", "-ozza", "-uzzo"
    Esempi: grandezza, tinozza, spruzzo, carrozza, puzzo, pozzo, olezzo, piccozza, piccolezza
    Eccezioni ("z" dolce o sonora):
    • nel vocabolo brezza.

  5. Nelle desinenze dell'Infinito in "-azzare"
    Esempi: ammazzare, strapazzare, sghignazzare, cozzare, insozzare, sminuzzare

  6. Nei suffissi in "-anza", "-enza"
    Esempi: speranza, usanza, credenza, assenza, prudenza, portanza, vicinanza, incompetenza, impazienza, tolleranza, tracotanza, presenza

  7. Nei suffissi in "-onzolo"
    Esempi: ballonzolo, pretonzolo, mediconzolo